164 Paesi sottoscrivono il Migration Compact. Tra questi ancora non c’è l’Italia.

Dopo 18 mesi di lavoro e trattative ieri, 164 Paesi, riuniti sotto l’egida delle nazioni Unite, a Marrakech in Marocco, hanno sottoscritto il Migration Compact. Il testo approvato verrà ratificato durante l’Assemblea generale dell’Onu, prevista il 19 dicembre.
23 gli obiettivi fissati nel Patto Globale teso a rafforzare una collaborazione internazionale per una migrazione “sicura, ordinata e regolare”. “Una road map per evitare caos e sofferenze”, questo il senso dell’accordo raggiunto, ha spiegato il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, chiarendo che l’intesa non crea nuovi diritti relativi alle migrazioni ma ribadisce il rispetto dei diritti di ogni persona.
Il consenso non è stato unanime: circa 15 Paesi si sono rifiutati di aderire o hanno congelato la decisione. I primi a ritirarsi già un anno fa sono stati gli Stati Uniti, seguiti da diversi Paesi europei: Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Austria, Bulgaria, Croazia mentre l’Italia e la Svizzera hanno rinviato l’adesione; fuori dal Patto anche Israele e Australia.
Tra i risultati positivi più rilevanti è la centralità nel Global Compact della tutela dei minori migranti e in particolare dei minori stranieri non accompagnati e dei minori separati dalle famiglie, che sono in assoluto i migranti più vulnerabili.
Il Centro Astalli continua ad auspicare e raccomandare un’adesione al Migration Compact anche da parte dell’Italia.
Riteniamo sia necessario ratificare il Patto perché ribadire il rispetto dei diritti e la dignità di ogni migrante e l’importanza di una condivisione della gestione dei flussi migratori con la comunità internazionale.

 

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