28 morti nel Canale di Sicilia: porre fine alla carneficina.

Continua la tragedia nel Canale di Sicilia, dove in un giorno sono stati recuperati 28 cadaveri di migranti. Il ritrovamento è avvenuto nel corso di 33 operazioni di soccorso coordinate dalla Centrale Operativa di Roma della Guardia Costiera, durante le quali sono state tratte in salvo 4.655 persone. I migranti erano a bordo di 27 gommoni, 5 piccole imbarcazioni e un barcone, raggiunti tutti al largo delle coste della Libia. I 28 cadaveri si aggiungono agli undici che erano stati recuperati due giorni fa, quando erano stati tratti in salvo altri seimila migranti.
Diecimila persone in due giorni
In due giorni, dunque, sono stati presi a bordo delle navi che operano nel Canale di Sicilia oltre diecimila migranti.

P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, esprime profondo cordoglio per le vittime e chiede all’Europa di intervenire in maniera risolutiva per porre fine alla carneficina in corso: “Il nostro continente merita politiche migliori per la gestione dei flussi dei migranti. Servono programmi di accoglienza e inclusione che tengano conto delle esigenze dei territori ed evitino le grandi concentrazioni di migranti in zone periferiche di grandi città. L’Europa tutta faccia la sua parte. I migranti che arrivano se distribuiti in maniera proporzionale nei 28 paesi non rappresenterebbero più un problema ma una risorsa”.

Per il Centro Astalli soccorrere in mare, per quanto fondamentale, non basta: l’Europa interrompa le rotte di traffico attivando vie legali e visti umanitari, rendendo meno oneroso e restrittivo l’iter per il ricongiungimento familiare e stabilendo quote adeguate di reinsediamento.

Ad oggi rimane senza risposta una domanda fondamentale: Chi scappa da guerre e persecuzioni come può chiedere asilo in Europa legalmente senza ricorrere ai trafficanti?

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