UE e agenda sull’immigrazione: apertamente contro chi vuole chiedere asilo

“Lesivo dei diritti e della vita delle persone. Si continua a considerare i rifugiati una minaccia da cui difendersi e non persone cui riconoscere protezione internazionale perché in fuga da guerre e persecuzioni” così P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli commenta il testo presentato ieri dalla Commissione al Parlamento e al Consiglio dell’Unione Europea. Il documento rappresenta un passo importante dell’Agenda europea sull’immigrazione a cui da mesi le istituzioni comunitarie stanno lavorando per una riforma del sistema comune di asilo.
Dal testo che riguarda diversi e articolati aspetti il Centro Astalli sottolinea in particolare alcuni punti particolarmente critici:

– rimane incredibilmente deludente la promozione di vie legali e sicure di accesso e si tornano a ribadire i termini dell’accordo scellerato con la Turchia (il baratto tra un siriano reinsediato e un siriano rimpatriato).

– Si evince chiaramente che la priorità è identificare allo sbarco e rimpatriare rapidamente i migranti. Questa accelerazione nella “selezione” getta gravi dubbi sull’effettivo accesso alla procedura e sulla possibilità materiale di far emergere le vulnerabilità.

– Il documento insiste sui cosiddetti “movimenti secondari”: gli spostamenti dei migranti dal paese di arrivo ad altri paesi dell’UE. Il Paese competente dell’esame della domanda resta tale non solo durante la procedura ma anche dopo, senza termini di scadenza. Si nega così ogni dimensione europea dell’esito della procedura d’asilo e non si tengono in alcuna considerazione le esigenze e le aspirazioni dei rifugiati rispetto al loro percorso di integrazione.

Dal quadro complessivo emerge un totale indebolimento del diritto asilo in Europa. Si va verso una precarizzazione della protezione internazionale. Si concepisce il rifugiato come ospite sgradito e temporaneamente tollerato andando così contro ogni principio di integrazione dei migranti e crescita delle società.

“Un impoverimento voluto scientemente dai governi nazionali che antepongono i propri interessi alla vita dei migranti. Una sconfitta durissima per i diritti universalmente riconosciuti.
Mentre Papa Francesco va a Lesbo mettendo al centro del mondo ancora una volta i rifugiati e il loro dramma, l’Europa si ostina ad essere anacronisticamente e incivilmente ostile nei confronti di chi fugge da guerre e persecuzioni”, conclude Ripamonti.

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