Oltre 200 vittime negli ultimi due naufragi. (8.05.2017)

Nota alla stampa

Oltre 200 vittime negli ultimi due naufragi.

Secondo quanto riportano i superstiti di due diversi naufragi avvenuti in queste ore nel canale di Sicilia i migranti che hanno perso la vita nel Mediterranei sono circa 200, tra cui donne e bambini.

Il Centro Astalli esprime profondo cordoglio e profonda tristezza per la morte assurda ed evitabile di innocenti vittime di criminali che gestiscono indisturbati il traffico di esseri umani e di politiche europee e nazionali sempre più sorde al grido di dolore di un’umanità sofferente, in fuga da guerre, persecuzioni e fame.

P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, commenta così la notizia dell’ennesimo naufragio: “Ancora una volta ci troviamo a ripetere l’evidenza che la traversata del Mediterraneo è una rotta che non si può interrompere se non creando canali umanitari sicuri. I governi da anni si concentrano su accordi e politiche sempre più escludenti, volti a tentare di impedire gli arrivi, ma l’unico risultato che si ottiene è un’incalcolabile strage di innocenti.

Abbiamo l’obbligo di attuare misure immediate che garantiscano la possibilità di arrivare in Europa senza affidarsi ai trafficanti. Fino a quando l’Europa, colmando un ingiustificabile ritardo, non provvederà a creare canali umanitari sicuri, chiediamo che si attuino operazioni di salvataggio realmente efficaci che soccorrano i naufraghi in pericolo”.

Il Centro Astalli chiede a istituzioni nazionali e sovranazionali di interrompere l’ecatombe nel Mediterraneo mettendo in atto politiche nuove, in particolare è urgente:

– l’attivazione di quote di resettlement significative

canali umanitari per i rifugiati in fuga da guerre e persecuzioni

– politiche che facilitino il ricongiungimento familiare

– una seria politica di cooperazione allo sviluppo che non sia alibi per attivare politiche di chiusura ma che abbia come obiettivo la costruzione di una pace duratura e di uno sviluppo sostenibile nei paesi d’origine.

 Nota alla stampa (8.05.2917)

 

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