Il Servizio dei Gesuiti per Rifugiati: “L’Europa accolga i rifugiati”

In occasione del discorso che Papa Francesco pronuncerà dinanzi al Parlamento Europeo a Strasburgo, il Centro Astalli (JRS Italy) con il Jesuit Refugee Service in Europa (JRS Europa), il JRS Malta, JRS Germania, JRS Inghilterra, Il JRS Francia lancia un appello: l’Europa accolga i rifugiati. I Paesi europei a rimangano fedeli a uno dei valori fondamentali su cui si basa l’Unione Europea mostrando concreta solidarietà ai migranti e ai rifugiati e assicurando operazioni congiunte di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo.

La solidarietà nei confronti di chi scappa da guerre e persecuzioni, così come la solidarietà tra gli Stati membri dell’Unione Europea, appare notevolmente diminuita negli ultimi tempi. Gli Stati dell’Unione Europea sembra abbiamo dimenticato il significato originario della responsabilità di garantire ai rifugiati e ai migranti forzati protezione.

Per un anno l’Italia si è assunta il compito di pattugliare le acque internazionali nel Mediterraneo soccorrendo i barconi di migranti in difficoltà. Più di 140.000 persone sono state tratte in salvo grazie all’operazione “Mare Nostrum”. Alla fine dello scorso ottobre l’Unione Europea ha avviato la prima risposta coordinata: l’Operazione “Triton” condotta da Frontex, Agenzia europea per il pattugliamento delle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione Europea.
Triton interviene solo entro le 30 miglia nautiche oltre le coste italiane. Essa dispone di 1/3 del budget di Mare Nostrum e risorse considerevolmente inferiori. Per l’Europa la necessità di controllare le frontiere sembra essere più importante che salvare vite umane.

Secondo P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, i leader europei e i cittadini devono chiedersi se un continente di nazioni chiuse e preoccupate solo della sicurezza interna possa essere realmente un territorio di libertà e giustizia: “In un mondo in cui riceviamo qualsiasi tipo di informazione in tempo reale, l’Europa finge di ignorare i rifugiati che cercano protezione all’interno delle sue frontiere: quanti muoiono nel Mediterraneo, o nel Mar Nero cercando di raggiungere la Romania. Sembra che salvare vite sia troppo costoso e che la difesa dei diritti umani è qualcosa che non possa essere sostenuta a lungo. Chiediamoci se è questa l’Europa che vogliamo.”
Le difficoltà e gli ostacoli che incontrano i richiedenti asilo non finiscono una volta raggiunta l’Europa. “I nostri diritti umani e la nostra dignità troppo spesso vengono calpestati dall’indifferenza e dalla superficialità con cui ci capita di essere trattati. Qui in Italia, molti di noi sono fuggiti dall’orrore ma non si sentono ancora sicuri”, dichiara Carol, rifugiata siriana in Italia.

Jean-Marie Carrière, direttore regionale del JRS Europa sostiene che si tratti di una questione di integrità morale. “Papa Francesco ci ricorda che aiutare i migranti è un aspetto centrale della dottrina cristiana. Ancora più importante, la nostra solidarietà dovrebbe estendersi al di là della semplice offerta di un posto sicuro in cui vivere alle persone vittime di persecuzioni. La vera ospitalità va oltre la tolleranza e deve sempre significare appartenenza ad una comunità”.
Il JRS Europa esorta le istituzioni dell’Unione Europea a difendere concretamente il valore della solidarietà e ad operare secondo le parole di Papa Francesco per costruire una “cultura dell’accoglienza e della solidarietà, nella quale nessuno sia considerato inutile, fuori luogo o usa e getta.”
Infine il JRS Europa chiede all’Unione Europea di:

  • Disporre le risorse necessarie a garantire un servizio di salvataggio in mare europeo.
  • Sviluppare vie di accesso sicure e legali per chiedere protezione in Europa che incontrino i bisogni di diversi gruppi di persone in fuga da violazioni dei diritti umani, guerre, violenza e altri pericoli cosicché non siano costretti a rischiare le proprie vite su barconi nel Mediterraneo.
  • Rivedere il “Sistema Dublino” affinché i richiedenti asilo non siano costretti a chiedere protezione in Paesi nei quali il sistema d’asilo non sia rispettoso degli standard europei.

Condividi su: