Innocenti morti in mare ma l’UE resta ferma

1500 morti in mare dall’inizio dell’anno. 70 morti negli ultimi tre giorni in tre distinti naufragi di imbarcazioni nel Mediterraneo. L’ultimo naufragio di poche ore fa conta al momento 45 vittime di cui tre neonati. Molte le donne e i minori tra i sopravvissuti portati in salvo dai soccorsi in questi giorni.

Il Centro Astalli esprime seria preoccupazione perché davanti a quanto sta accadendo nel Mediterraneo le istituzioni nazionali e sovranazionali continuano a non prendere le misure necessarie per evitare la morte a migranti in cerca di salvezza.

Si attivino canali d’ingresso legali che consentano di arrivare in Europa a chiedere asilo in sicurezza. Il traffico di esseri umani può esser interrotto solo creando un’alternativa praticabile da chi in fuga da guerre e persecuzioni non ha alternativa alla fuga. La battaglia da combattere non può essere contro i migranti ma contro i trafficanti. Il contrasto non basta servono misure per l’ingresso protetto.

E’ necessario un piano comune europeo per la protezione e l’accoglienza dei migranti: il fenomeno migratorio rimarrà emergenza se continua a mancare una presa in carico comune e responsabile da parte di tutti gli stati UE. Non è il momento di egoismi o di atteggiamenti di chiusura e indifferenza. Appare evidente che siamo ben oltre il decidere se accogliere o respingere. Siamo al punto di dover scegliere tra la vita e la morte di uomini, donne e bambini.

Il Centro Astalli ribadisce con forza che fuggire dall’orrore non è un crimine. Il crimine è continuare a permettere che le persone muoiano in mare.

 

 

 

 

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